“Perciò, quando vi sembra che le cose vi vadano male, sorridete e cantate voi stessi la canzone del tordo, che ripete sempre: ”Stick to it, stick to it, stick to it” (Persevera, persevera, persevera), e così verrete a capo di tutte le difficoltà”
B.P.
Scout è divertimento, scout è passione, è qualcosa di diverso e che secondo alcuni, serve a “staccare” dalla solita routine. Ma è sempre stato così? Può un’associazione del genere aver ispirato organizzazioni come l’ONB (Opera Nazionale Balilla)?
Per rispondere a queste domande bisogna ricordare che lo scoutismo è nato nel 1907, più di un secolo fa, e aveva come scopo l’istruzione e l’educazione dei ragazzi, con particolare attenzione alla sfera religiosa e allo sviluppo dell’autonomia. Ogni scout ad esempio aveva un libretto personale all’interno del quale venivano segnate, dal capo sq. e in seguito dai capi riparto, note di merito e demerito riguardanti appunto questi due aspetti. La funzione dello scoutismo era quella di insegnare ai ragazzi una professione, proprio come in una scuola: gli insegnamenti li avrebbero aiutati a inserirsi nel mondo del lavoro, specialmente dopo la Prima Guerra Mondiale.
Parlando di Scorzè, la storia dello scoutismo inizia più tardi, nel 1925, ma verrà sospesa l’anno successivo a causa delle leggi di scioglimento delle associazioni emanate da Mussolini. A sostituire lo scoutismo fu l’ONB che eliminò del tutto lo spirito scoutistico e introdusse un carattere militare al metodo.
Il primo censimento ufficiale ritrovato riguardante il gruppo di Scorzè risale al 1945, non al 1946 come tutti pensavamo, infatti oggi il nostro gruppo festeggia il 71° anno dalla sua fondazione. Il documento attestava che 24 ragazzi nati tra il 1930 e il 1938, tra cui anche il nostro compaesano Roccaro Ugo, facevano parte del Riparto Scorzè I°. Come si può notare, i ragazzi erano di età diverse, infatti a quel tempo il Riparto comprendeva lupetti, esploratori e senior (attuali rover).
I censimenti venivano fatti ogni anno, mentre i campi estivi non si svolgevano regolarmente ogni anno, a causa delle difficoltà e dal contesto del dopoguerra, come nel 1946. Un anno importante per il gruppo di Scorzè è stato il 1948, in cui si registra la scissione tra le unità: il Riparto divenne Reparto comprendendo solamente gli esploratori, i lupetti si riunirono in un branco e i senior in noviziato e clan. L’anno successivo nacque il reparto maschile San Liberale (esistente tuttora) con 46 esploratori.
“Se dovessi descrivere lo scoutismo con una sola parola, questa sarebbe stile”
conferma Ugo Roccaro, che abbiamo intervistato in quanto uno dei primi scout a Scorzè.
“Non sopporto il vedere gli scout di oggi con le camicie fuori dai pantaloni, i fazzolettoni annodati alla fine e messi a mantello, e senza i calzettoni al ginocchio. Lo scoutismo è soprattutto Stile. La divisa è parte dello scout, se uno non la vuole indossare nel modo giusto può anche stare a casa.”
Dal suo modo di parlare abbiamo capito che lo scoutismo di una volta era molto più rigido e c’era più disciplina. Questa è una delle tante differenze tra lo scoutismo di una volta e quello odierno.
“Poi non si andava in campeggio in autobus e con camion stracarichi di pali” ha detto “ma andavamo in bici e cercavamo nel bosco tutto ciò che ci serviva per costruire sopraelevate o altre costruzioni.”
“Facevamo moltissime escursioni e uscite a piedi, quasi tutte le domeniche; seguivamo il passo dello scout ovvero si alternavano 100 passi di camminata e 100 passi di corsa moderata.”
Adesso invece le attività della domenica sono basate perlopiù su giochi e bans, e le uscite vengono fatte solo nelle occasioni più importanti, come ad esempio le promesse.
“Anche noi facevamo dei giochi; i più frequenti erano scalpo, bandiera e sapevamo a memoria tutto il codice Morse.”
Anche i modi per cucinare erano diversi: allora si usavano dei treppiedi fatti con i guidoni, ai quali appendevano pentole per scaldare l’acqua della pasta. Per cucinare bistecche, ragù o cose simili si appoggiavano le pentole su sassi riscaldati dal fuoco sottostante.
“Mi ricordo ancora di quella volta che ho cotto troppo la bistecca. Dato che era molto dura cercando di mangiarla mi è caduta nel fosso e tutti si son messi a ridere lasciandomi senza mangiare.
Oppure di quella volta che andando al campo in bici ho ucciso una gallina. Avevamo portato in bici delle galline al campo, una ha provato a scappare e si è incastrata nei raggi della bici… c’era sangue ovunque, ho dovuto strapparle la testa e buttarla nel fiume.”
Questa intervista, ma in generale tutta l’impresa, per noi è stata un grande tuffo nel passato, e ci ha fatto osservare quanto lo scoutismo sia cambiato nel corso degli anni, specialmente grazie alle nuove tecnologie. Siamo molto soddisfatte di queste ricerche perché ci hanno fatto scoprire molte cose che probabilmente non avremmo mai scoperto da sole.
Squadriglia Gazzelle, Reparto Fiore Selvatico